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Nocciole: una ricchezza Made in Italy

Nocciole: una ricchezza Made in Italy

Non solo la coltivazione dei noccioleti
è uno dei nostri settori di eccellenza
a livello mondiale, ma i produttori italiani
sono anche i più bravi a selezionare
e tostare i frutti certificati e di qualità,
in un mercato in continua crescita.
Scopriamo perché. In 5 mosse

Piacciono a grandi e bambini, hanno proprietà salutari e in Italia sostengono uno dei settori di eccellenza a livello mondiale. 
In fatto di nocciole siamo i primi produttori d'Europa e le nostre varietà sono le più rinomate in assoluto. 
Ma la domanda mondiale è talmente in crescita (si registra un incremento di produzione globale del 35% rispetto al 2000 con circa 900.000 tonnellate annue) che la nostra produzione non basta. 
Ci si rivolge dunque ad altri mercati, Turchia in primis, ma anche Cile, Sudafrica e Australia, che permettono un secondo raccolto contro?stagionale per via della fascia climatica inversa. 
Ciò che ci distingue? È la certificazione delle nostre varietà, IGP e DOP, e il controllo sull'intera filiera. Un'attenzione che negli ultimi anni l'Unione Europea sta ponendo anche sulle varietà in arrivo dagli altri continenti. 
All'Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), ad esempio, si sta discutendo sul livello consentito di aflatossine (muffe fungine che possono contaminare alcuni tipi di frutta secca) e sull'opportunità o meno di allinearsi alle disposizioni di organismi internazionali come il Codex Alimentarius della FAO, alzando la soglia da 4 µg/kg a 10 µg/kg. 
Il dibattito è aperto.


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LA PRODUZIONE MONDIALE

La variabile che incide di più sui noccioleti è il clima. Estati troppo secche, gelate tardive o inverni troppo rigidi compromettono la produzione e ne fanno oscillare il prezzo.Come è successo in Turchia con le gelata del marzo scorso che ne ha quasi dimezzato la produzione. Ad ogni modo, il Paese a cavallo tra Asia ed Europa fa la parte del leone con una produzione pari al 70% di quella mondiale. Seguito dall'Italia, al secondo posto con un 13%. Dagli Stati Uniti con il 4%. E da Paesi come Azerbaijan, Georgia e Spagna che detengono il 3% ciascuno della produzione mondiale. Il restante è suddiviso fra i nuovi mercati dell'altro emisfero come Cile, Australia e Sudafrica (dati FAO 2014).


L'80% della produzione nazionale è tra Lazio e Campania


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IL MADE IN ITALY

Aromatiche e giuste nella maturazione. Le nocciole italiane cadono dall'albero senza mallo, a un grado di maturazione corretta. Questo consente di ottimizzare la raccolta, che è prevalentemente meccanizzata, e di aumentare la produttività per ettaro. Secondo i dati Istat del 2015 nel nostro paese si contano 71.520 ettari coltivati a nocciolo, di cui 68.600 in produzione. La geografia italiana del nocciolo vede come prima regione produttrice il Lazio, con 45.967 tonnellate annue, di cui 45.000 concentrate nella provincia di Viterbo. Segue la Campania con 39.590 tonnellate annue, di cui 15.200 nella provincia di Avellino. Il Piemonte, sebbene la sua Tonda Gentile delle Langhe sia la più famosa, è al terzo posto con una produzione annua di 20.027. E tra le regioni in crescita c'è la Sicilia, con 11.978 tonnellate, di cui 9.600 nella provincia di Messina. Le tipologie rappresentate sono la Nocciola Giffoni IGP (Campania), la Tonda Gentile Romana DOP (Lazio), la Tonda gentile Trilobata IGP (Piemonte) e la Siciliana o Nostrale (Sicilia).


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LA FILIERA CORILICOLA

Il nome scientifico della nocciola è corylus avellana, dalla parola greca còrys che significa elmo. E in effetti il suo frutto ne ricorda la forma, dando il nome alla filiera corilicola. L'eccellenza italiana comincia dalla terra e passa anche attraverso tecniche innovative che coniugano produttività e sostenibilità. Qualche esempio? Dalle piante trappola per gli insetti dannosi, che riducono l'uso di pesticidi, a un uso razionale dell'acqua. È proprio grazie alle tecniche sempre più affinate che il noccioleto diventa produttivo già al terzo o quarto anno dall'impianto, giungendo a maturità al settimo anno, per durare decenni mediante potature finalizzate a ringiovanire la chioma.


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LA RACCOLTA E LA SELEZIONE

Tra l'inizio di agosto e la fine di ottobre arriva il tempo della raccolta. Con una differenza tra la Turchia e il resto del mondo: le nocciole di tipologia turca, infatti, non si staccano dal mallo (l'involucro verde esterno) una volta mature. La raccolta, di conseguenza, è manuale perché ciascun mallo deve essere staccato dalla pianta. Dopodiché si passa all'essiccazione. Un procedimento molto importante perché residui di umidità favorirebbe lo sviluppo di aflatossine. Il primo passaggio è l'esposizione al sole per seccare il mallo (nel caso delle varietà turche) e le nocciole ancora in guscio. Ma per ridurre i rischi e ottimizzare il processo, in Italia si ricorre agli essiccatori meccanici che garantiscono un prodotto più sicuro. Seguono poi la sgusciatura, con macchinari speciali, la selezionatura. La qualità finale delle nocciole dipende da precisi parametri come umidità, caratteristiche microbiologiche e difettosità. Nell'ottica di garantire una filiera responsabile, nel 2014 è nato un progetto denominato "Modello integrato per l'eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile (WFCL) nell'agricoltura stagionale nella raccolta delle nocciole in Turchia" sostenuto da Caobisco (Associazione Europea dei Produttori di Cioccolato, Biscotti e Dolci) e ILO (International LabourOrganization).


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LE PROPRIETÀ SALUTARI

E se le nocciole sono buone per il palato, lo sono anche per la salute. Parola di esperti della Food and Drug Administration. Il consumo di 42 g circa di frutta secca al giorno, consiglia l'associazione internazionale, riduce il rischio di malattie cardiovascolari. Via libera quindi a noci, mandorle, pistacchi, pinoli e nocciole. Queste ultime, poi, sono l'alimento più ricco di acido folico (vitamina B9) presente in natura. 100 grammi ne contengono 72 microgrammi (µg), cioè il 35% del fabbisogno giornaliero, prezioso aiuto per le donne in gravidanza proprio perché contribuisce al normale sviluppo del feto. Anche la vitamina E compare in discrete quantità (30µg per 100 g) proteggendo le cellule dallo stress ossidativo, non a caso l'olio di nocciole viene utilizzato in cosmetica come elisir anti invecchiamento. E per finire, la nocciola garantisce una buona fonte di minerali: è ricca di potassio, magnesio e fosforo, preziosi alleati per la salute delle ossa e nemici della stanchezza. Praticamente un integratore naturale.

Rif. corriere.it